AGOSTO

01/08/2022
IL CLERODENDRO

L’insostituibile leggerezza dei fiori ……
Comunemente chiamato Clerodendro, è un arbusto molto decorativo, originario dell’africa tropicale, della Cina e dell’estremo Oriente.
Questa pianta può arrivare a misurare fino a tre metri in altezza e due in larghezza, con fioriture molto particolari che toccano tutte le sfumature che vanno dall’azzurro al blu fino al viola, tanto da indurre i francesi a chiamarla “ BLEU PAPILLONS “ ( la pianta dalle farfalle blu).
Il Clerodendro fa la sua comparsa in Europa verso la fine del 1700 con alcune specie introdotte dalla Cina.
Appartenente alla famiglia delle Laminaceae, nome scientifico Clerodendrum, il genere riunisce circa quattrocento specie suddivise tra rampicanti, arboree ed arbustive.
La specie più diffusa nei nostri territori del nord Italia, per la sua capacità di adattamento ad un clima più freddo, è Clerodendrum Trichotomum, che fiorisce a fine estate, producendo fiori a mazzetti bianchi, di forma stellata molto profumati, seguiti da frutti autunnali ( bacche) di colore blu intenso.
Questa specie, introdotta in Italia nella seconda metà dell’ottocento dal Giappone, non teme il gelo e può sopravvivere a temperature di – 15 Gradi, va ricordato che tra le varietà più rustiche spiccano la Carnival e la Fargesii.
In genere questa pianta preferisce una posizione non troppo esposta al sole, ma sono molte le specie della famiglia che prediligono il pieno sole per ottenere fioriture abbondanti, cosi come le temperature minime sopportate ,sono, all’interno della stessa famiglia, molto diverse. Infatti ci sono specie che reggono temperature di – 15 gradi e d altre che non tollerano temperature inferiori ai 10 gradi.
Ci sono poi varietà che sopportano bene il grande caldo, anche se afoso e torrido, ma tutta la famiglia non tollera per niente la salsedine.
Il Clerodendro può essere facilmente attaccato dalla cocciniglia, soprattutto C.Cotonosa, in presenza di forte umidità e temperature elevate, ma il pericolo maggiore deriva dal marciume radicale se il terreno soffre di ristagni o non è ben drenato.
La moltiplicazione avviene più frequentemente per divisione dei cespi e può essere praticata sia in autunno che in primavera mentre la riproduzione per talea viene praticata, in primavera ( talea erbacea) ed a fine luglio ( talea semilegnosa).Va ricordato che, come sempre accade nella moltiplicazione per talea, il contenitore dovrà essere coperto con vetro o film plastico al fine di garantire una umidità costante ai nuovi germogli.
Il Clerodendro non necessita di grandi potature, se non per mantenere la chioma contenuta, e tale operazione in genere si effettua alla ripresa vegetativa. Importante invece è la rimozione dei fiori appassiti e sfioriti perché favorisce nuove fioriture.
Provate a piantare un Clerodendro in bordure con le ortensie o accanto ad un Corniolo, questo arbusto sa farsi notare con discrezione soprattutto nei piccoli giardini ed angoli verdi delle abitazioni di città.

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